giovedì 29 febbraio 2024

Quennie Athena del Fatalbecco

La frase di una canzone di un autore che piace ai giovani dice.....CI SON CASCATO DI NUOVO.

Già la forma del titolo denuncia, in maniera impietosa, la mia età!

  Ma non devo parlare di me. Devo parlare della nuova arrivata in casa nostra, di una che non leggerà mai queste righe, di una che, inconsapevolmente,assieme a Zeus gia presente da due anni nella nostra famiglia, ha cambiato alcune cose e ne ha fatto scoprire altre che non sapevo di avere.

 Esagero? Non so, giudicate voi.

Dopo aver passato due anni con Zeus, mi sono reso conto quanto amore possano portare in casa i cani, e dopo averci riflettuto un po la decisione di prendere una compagna al mio cucciolone.

Contatto l'allevatore per sentire se aveva una cucciola pronta per il periodo di agosto, periodo nel quale posso usufruire di tre settimane di ferie in modo che possa seguire l inserimento. Risposta affermativa, neache a farlo apposta disponibile dall '8 agosto periodo di inizio delle mie ferie.

A questo punto visto che è ancora luglio e i cuccioli devono finire lo svezzamento, non rimane che andare a vederla, la scelta non è stata difficile perche aveva rimasto solo due femmine, anche se li avrei presi tutti.

Arrivo a San Sepolcro nel pomeriggio di una giorna afosissima al mare, ma la per fortuna cè un clima piu sopportabile.

Mi accoglie Alessandro, l'allevatore e mi accompagna nella zona dove ci sono i cuccioli, e poco dopo il primo contatto con ATHENA.








 



 TRAVOLGENTE, non riesco a trovare altre parole per descrivere il primo incontro, non riuscivo a venire via da quel posto dove c era la mia piccola con i suoi fratelli. Ora bisogna pazientare un mesetto.
  Ferie arrivate, non rimane che andare a prendere ATHENA e portarla nella sua nuova casa, ad accompagnarmi cè Monica, mia moglie. Dobbiamo aspettare una mezzoretta perche Alessandro stava consegnando un fratello di Athena, noi siamo rimasti ad attendere in giardino e Monica ha cosi potuto fare conoscenza con la cucciola.



 Dopo una mezzoretta per il ritiro dei documenti, finalmente si parte per portarla casa.
Durante il viaggio con Monica l unico pensiero era come avrebbe reagito Zeus all' arrivo di Athena, l avremmo comunque scoperto nel giro di un oretta.
 
Arrivati, eccoti a casa, questo è il tuo nuovo giardino, ora non rimane che fargli conoscere il suo compagno.

 
 Eccoli finalmente assieme, ovviamente  una decina di minuti ci sono voluti per annusarsi, per capire cosa stava succedendo, ma da li a poco sembrava si conoscessero da sempre.
EMOZIONI vere, quelle che ho provato nel vederli subito affiatati. 
Sapevo che sarebbe iniziato un percorso impegnativo, l' inserimento, è il momento piu tosto,  ci eravamo gia passati con Zeus e se Athena avesse fatto come lui alla fine non sarebbe stato durissimo.

 I giorni trascorrono,  questo percorso vedo gia che portera delle belliseme emozioni, come era accaduto con Zeus, anche Athena ci ha messo poco ad entrare subito nel nostro cuore.
Linserimento procede meglio del previsto e qua il merito è del fantastico Zeus che ha inziato subito a stabilire ovviamente le gerarchie, ma sopratutto sembra insegnare ad Ahena alcune regole, infatti ha imparato molto presto a non sporcare in casa per i suoi bisogni.
L'impatto nei confronti di Zeus secondo me è stato super positivo, sempre assieme, giocare, dormire, ogni cosa la fanno in due.


CRESCE, Athena ogni giorno sempre piu bella.
Abbiamo la fortuna di abitare in un posto dove hanno molta liberta e a volte passo le giornate sulla mia poltrona in giardino a guardarli giocare,  sono un vero spettacolo.

 



Passa il tempo, diversi mesi con noi, Athena e Zeus sono oramai inseparabili, io e tutti i componenti della famiglia siamo stra contenti di aver fatto questa scelta, sicuramente lo consigilo  a tutti questa avventura che stiamo vivendo, avventura fatta di sacrifici, di tanta pazienza, ma la rifarei altre mille volte. 

La cosa fantastica è quando sei via di casa e non vedi l'ora di rientrare a casa da loro, poi quando arrivi e ti vengono incontro è una vera esplosione di amore e felicità che trasmettono.

Concludo con una frase presa dal web, ma racchiude tutto quello che ho appena raccontato.......

Fissa il tuo cane negli occhi e prova ancora ad affermare che gli animali non hanno un’anima.

(Victor Hugo)



 

domenica 10 settembre 2023

Non prendete mai un cane.

 NON PRENDETE MAI UN CANE


LASCIATE STARE …È ROBA X CUORI

FORTI. 


Se ve ne viene la voglia, fatevela passare. Vi rovinerà la vita. Vi distruggerete la vita. 


Perché dopo aver trascorso un po’ di tempo con un cane, non sarete più gli stessi. Niente sarà più come prima. 


Vi sembrerà che il mondo come fino ad ora avete conosciuto non sia mai esistito. Che fosse tutto più semplice, che tutto scorresse scivolando quietamente senza problemi. 


Perché questo volete davvero… questo è quello che si ritiene sia giusto, se le cose scivolano senza problemi e con facilità allora va tutto bene sul serio….


Non prendete un cane. Mai. 


Perché la mattina vi sveglierete e vi troverete davanti due occhi sorridenti, una coda che sbatte frenetica e una leccata sul viso. 




Perché vi troverete catapultati in corse forsennate a fare la pipì fuori qualsiasi stagione sia e per questo vi accorgerete dello scorrere del tempo.


Perché sarete costretti a diventare equilibristi del tempo, a trovare un ritmo che accompagni due cuori. 


Perché sarete costretti senza appello a capire chi vi vuole anche con quattro zampe a seguito sempre e comunque e chi invece si arrende al primo biscotto pieno di bava. 


Perché quando piangerete le vostre lacrime non riusciranno a toccare terra. 


Perché quando vi ferirete lui sarà lì a leccare il sangue, anche quello che non si vede….


Non prendete mai un cane. MAI. 


Perché se siete veri umani lui vi educherà. Vi educherà nel modo più duro e primitivo possibile. 


Con l’amore. 



Vi educherà all’amore incondizionato. 


Quello che non chiede nulla in cambio. A non avere filtri, ad essere come siete. 


Vi educherà alla libertà di voi stessi. Vi educherà a non difendervi mai da chi amate. 


Al non rancore, al perdono sempre, a dimostrare amore in ogni occasione. 


Vi educherà all’empatia, a prendervi cura di chi amate. 


A osservare il vostro mondo intorno e capire cosa c’è che non va da una camminata, un gesto, uno sguardo. 


Vi educherà a non usare le parole. Vi educherà alla lealtà e all’onestà.


Non prendete un cane. Mai. 


Perché quando vi avrà educato……vorrete le stesse cose da altri….e non capirete perché lui è stato in grado di darvele e invece tante persone, umani con tanti neuroni e un cuore più grande, non ci riescono.  


Non capirete perché non riuscite a trovare la stessa trasparenza e lealtà in chi vi sta accanto. E che dice di amarvi.




Non prendete un cane. Mai. Perché diventerete un vero umano randagio, di quelli che ci provano sempre a credere in certi umani e sono sempre sconfitti.

Sia che tu abbia una macchina di lusso o una 500 


Sia che tu abbia una villa o un piccolo appartamento 

Sia che tu abbia un Rolex o un Casio… 

a loro importa solamente che tu ci sia sempre 

per poterti amare e consolare …

sempre







domenica 21 maggio 2023

Burdel

I Burdèl.
Imparatela in tutta Italia questa parola: Burdèl.
Nel nostro dialetto significa “ragazzi”.
Che non è come dire bambini, è più ampia, meno innocente. I burdèl non sono puri, sono tosti, i burdèl a volte fanno casino, li devi sgridare. 
Sembra che la parola derivi da burdus, un latino volgare, “mulo” cioè un animale bastardo nato da un incrocio.
Ma è l’animale che tira, che ti porta il carico, quello che fa fatica. 
Eccoli i nostri muli, i nostri burdèl.
Andiamone fieri.
(anche se ascoltano musica di merda ❤️)




Chi por burdel

 Li ho visti proprio coi miei occhi. Era sul fare della sera, da quella strada, da là in fondo, come nanetti tornare da una miniera. Tutti uguali, dello stesso colore, di grigio fango, un po’ marrone.


Camminavano fischiettando col badile sulle spalle. Erano dieci, cento, forse mille! Alcuni si canzonavano fra di loro, avevano ancora voglia di prendersi in giro, altri si tenevano per mano, e due li ho visti darsi anche un bacino. 


Avevano le guance tutte rosse ma i sorrisi intatti come stelle. E le ragazzine in mezzo a quel paciugo erano ancora più belle.


Perché i grandi piangono, gli viene il magone, e per fortuna che quei nanetti tiran su la situazione. Diciamo la verità, che sono loro che hanno riportato la speranza in città!


“Va là che io alla tua età…”, non si può certo più dire, stasem zet, valà!


- Dí, Berto, non sarà che dalla Romagna è partita una rivoluzione?

- A ne sò Teresa, ma è una bella emozione!


Chi por burdèl! Con quei piedi tutti bagnati, i vestiti infangati. Speriamo che almeno abbiano messo la maglia di lana, che se no prendono freddo in tutta quella melmaia.


- Dove andate? Sta facendo buio. Siete qui da stamane.


- Torniamo a casa signora, che c’è venuta una gran fame!


-Presa dal web.






sabato 20 maggio 2023

Cos'è la Romagna?

 La Romagna non è una terra.

La Romagna è la sua gente.



I nostri giovani ci sono

 Io ho sempre creduto nei giovani...ne sono innamorato...ma questa volta mi han stupito!!!

 Ho visto sti ragazzi con volti felici che si facevano il Culo!!! Ed è importante!

Per assurdo, in un momento così, c'è fratellanza, e questo mi fa sperare!!!

Scuole chiuse e una miriade di ragazzi dai 15 anni in poi,  si son letteralmente buttati nel fango, per ripulire Cesena.. e le altre parti della romagna, la nuova generazione è cazzuta..tanta roba ragazzi!!! 

Io l'ho sempre detto...questi ragazzi, sono avanti in tutto!!! Nonostante il periodo di merda in cui si son trovati catapultati...

Qualcuno una volta disse:

Tempi bui, fanno uomini Forti...

Uomini forti fanno tempi migliori...

Tempi migliori fanno uomini deboli...

Uomini deboli fanno tempi bui!!!

Beh...questi ragazzi rifaranno tempi migliori!!!

Grazie ragazzi!!!🤟🤟🤟💪




Non chiamateci angeli del fango.

 Io non lo so cos’ha questa terra, per farsi amare così tanto.


Sarà che ce lo insegnavano da piccoli a tenerci stretti, gli uni con gli altri, a giocare insieme nei cortili, a non voltare mai le spalle al sole, a cadere bene, a non piangere quando ci si sbucciava le ginocchia.


Sarà che i nostri nonni avevano sempre la medicina giusta da darti, un sorsino di sangiovese, il panino con lo zucchero e le preghiere, anche quando non le volevi dire.


Sarà che abbiamo imparato a fare da mangiare solo con l’acqua e un po’ di farina, che a chi verrebbe mai in mente, dico io, di tirarci fuori una piadina? Sarà che condiamo la tavola anche con le erbe che forano tanto e ti pungono le dita, che siamo cresciuti fra i filari dell’uva, i campi del grano, che abbiamo imparato a saltare i fossi, ad affilare una falce, ad avere sempre nostalgia di casa.


Sarà che ci hanno insegnato non a lottare, ma a resistere, ad andarcene ma mai a scappare, a pulirci il naso nella manica dei grembiuli, a dosare le provviste, a non buttare via niente, a conservare fotografie nella scatola dei biscotti.  

Sarà che ci hanno insegnato a odiare poco ma di più a comprendere, a bestemmiare col vicino perché “delle volte ci vuole” ma poi prestargli la vanga che “non si dice di no a nessuno”.


Sarà che non siamo fatti di strade e di confini, perché noi abitiamo di qua o di là dal mare, di qua o di là dalla ferrovia, a levante o a ponente, della valle di sopra o di sotto, e che tanto si capisce da dove vieni “tè” con quell’accento.


Sarà che la le nostre mamme ce lo hanno sempre insegnato che non c’è niente che dura per sempre, che come ti ho fatto ti disfo; che basta un temporale per guastare una stagione, e che usi poca acqua la sfoglia viene dura. 

Sarà che di schiaffi ne abbiamo presi, che ogni marachella ha ancora il segno della ciabatta sulle gambe, che li scapaccioni ci sono serviti a capire che avevamo anche una testa e che dovevamo imparare a usarla, a guardare bene a destra e a sinistra prima di attraversare ogni strada.


Sarà che abbiamo il mare vicino e i lividi vanno via prima con l’acqua salata, sarà che abbiamo sorrisi facili e camminiamo sul tempo del valzer, che per ballarlo bene non devi guardarti i piedi, ma abbracciare l’altro e guidarvi insieme.